Pomodori verdi e solanacee, qual'è il problema?
La tossicità dei pomodori verdi e delle patate germogliate.
Arriva l'estate e subito si pensa a tutti gli ortaggi che arriveranno, quali ad esempio pomodori, peperoni, melanzane e patate.
Appartengono tutti alla famiglia delle solanacee con origini extra europee: America per patate, pomodori e peperoni, estremo oriente per le melanzane.
Ma cosa c'è che non va nelle solanacee?
C'è che contengono i glico-alcaloidi. Mentre le popolazioni dei paesi di origine delle solanacee hanno nei loro geni millenni di consumo delle stesse con un conseguente adattamento dell'organismo gli europei hanno solo pochi secoli non sufficienti a rendere l'organismo in grado di sopportare questi glico-alcaloidi.
Comunemente tutti i glico-alcaloidi delle solanacee vengono chiamati solanina. In realtà la patata produce principalmente solanina, il pomodoro la tomatina e le melanzane producono la solasonina e la solamarina. I peperoni sono gli ortaggi che contengono meno solanina, sopratutto se ben maturi e quindi non verdi.
Queste sostanze sono prodotte dalle solanacee per difendersi dai parassiti e dai batteri, ma come per i parassiti hanno una reale tossicità anche per noi umani.
Nel nostro corpo, in dosi massicce, agiscono sull'apparato digerente e su quello nervoso. Infatti sono in grado di provocare vomito, disturbi gastrointestinali, mal di testa, confusione mentale e perfino bloccare l'apparato cardiorespiratorio.
Con un normale consumo alimentare è molto difficile (quasi impossibile) raggiungere una tale tossicità ma ci sono anche effetti legati a lunghi periodi di basse e bassissime assunzioni. Tale tipo di tossicità è definito tossicità cronica. L'effetto di bassi e costanti livelli di assunzione dei glico-alcaloidi è ancora oggetto di studi ma ci sono evidenti sospetti che possano alterare il metabolismo del calcio contribuendo a creare problemi articolari quali artrite e artrosi. Inoltre a causa di similitudini fra la solanidina e la vitamina D3, nei soggetti predisposti, sembrerebbe stimolare la psoriasi.
Ma come fare per evitare la tossicità delle solanacee?
La risposta è molto semplice.
Per il pomodoro basta semplicemente consumarlo solo quando è completamente maturo. Infatti il livello di tomatina è inversamente proporzionale alla maturazione; quindi il pomodoro verde ha elevati contenuti di tomatina mentre in quello rosso, ben maturo e di consistenza morbida, i livelli sono trascurabili. E' da evitare categoricamente l'uso delle foglie che sono la parte più ricca di alcaloidi.
Per la patata la solanina è contenuta nella buccia e in special modo quando è verde e germogliata. Basterà, quindi, sbucciare generosamente le patate e cercare di consumarle quando non sono troppo vecchie. Inoltre la lessatura in acqua contribuisce ad abbassare ulteriormente il livello degli alcaloidi.
I glico-alcaloidi contenuti nelle melanzane vengono in parte persi con la perdita di acqua che si ha con la salatura che si fa per togliere l'amaro.
Un ultimo consiglio è quello di rispettare la stagionalità in modo da permettere al fisico di smaltire, durante l'inverno, le eventuali solanine accumulate.
Dunque, rispettando queste semplici regole sarà possibile mangiare le solanacee senza alcun problema e, soprattutto, trarre vantaggio di tutte le proprietà salutistiche che esse hanno.
Non va dimenticato che i pomodori sono ricchi di licopene, i peperoni sono ricchi di carotenoidi e le melanzane di polifenoli antociani, tutte sostenze altamente benefiche per la salute.
Inseriti in una dieta varia e, soprattutto, rispettando la stagionalità si potrà in sicurezza apprezzarne tutti i benefici.
Bibliografia:www.lamiamacrobiotica.wordpress.comFeeding of potato, tomato and eggplant alkaloids affects food consumption and body and liver weigths in mice - M. Friedman, P. Henika, B. Mackey - 1995The toxicity and teratogenicity of solanaceae glycoalkaloids, particulary those of the potato -C. Morris - 1984